Conosci te stesso

Conosci te stesso

Questa volta prendo lo spunto da un libro molto bello che vi consiglio. Si intitola “Questa vita” del teologo e filosofo Vito Mancuso.

Ad un certo punto di questo libro Vito Mancuso, dopo aver parlato delle ultime recenti scoperte genetiche e di che cosa sia il genoma umano, comincia a riflettere sul fatto che l’essere umano è composto da corpo, psiche e spirito.

Naturalmente un po’ tutti noi  possiamo dare significato al termine corpo e al termine psiche. Invece il termine spirito ci può suscitare anche degli interrogativi.

Cosa intende Vito Mancuso con spirito?

Nelle lingue classiche dell’occidente lo spirito è legato all’aria. In latino spiritus,  in greco pneuma e in ebraico rois, i termini indicano anzitutto il fenomeno fisico del vento.  Mancuso scrive:

” in latino e in greco e anche in italiano il verbo “spirare” indica il movimento del vento, il suo soffiare. Da qui spirare in italiano è divenuto anche sinonimo di morire, designando il soffio che si ritiene si produca nell’ultimo momento dell’esistenza quando l’anima se ne va e il corpo emette lo spirito con l’ultimo respiro.

Ma molto prima che alla morte lo spirito rimanda alla vita perché l’atto fondamentale del vivere si chiama proprio respirazione.  Morire è spirare vivere é respirare. E’ come se fossimo sempre portati dal vento.

Proprio questo legame con il vento ha condotto la mente a ricorrere al termine spirito per contrassegnare il fenomeno decisivo dell’esperienza umana: la libertà, anzitutto la libertà da se.”Conosci te stesso” ammoniva l’antica scritta sul tempio di Apollo a Delfi.

Ma chi conosce se stesso?  Allora questo significa che all’interno dell’essere umano esiste la possibilità di volare al di sopra del proprio carattere e di vederne luci e ombre e così conoscersi per lo meno nei tratti fondamentali della personalità.”

Conosci te stesso

E’ vero, è molto difficile conoscere noi stessi, anche perché rivolgiamo molto raramente l’attenzione dentro di noi.  Generalmente è sempre proiettata all’esterno.

Allora, per imparare a fare questo, vi propongo questa breve pratica di consapevolezza.

 

Possiamo chiudere gli occhi e portare l’attenzione all’interno. Prendiamo qualche respiro consapevole lasciando andare sullo sfondo gli stimoli esterni, mantenendo il focus dell’attenzione al corpo.

Rilassiamo il corpo e la mente portando la nostra attenzione al respiro, all’aria che entra e all’aria che esce.

Una attenzione gentile, curiosa, aperta, non giudicante.

Una  attenzione che non vuole nulla se non incontrare, diventare intima, con ciò che sorge momento per momento, così come è.

Amore per la conoscenza di se.

intimi con il respiro, questo respiro  che sta sorgendo

intimi con questo respiro che se ne sta andando

intimi con questo pensiero, questo particolare pensiero che sta sorgendo

intimi con questo pensiero che se ne sta andando

intimi con questa sensazione che sta sorgendo, che prende una sua direzione, che svanisce piano piano,

intimi con questa emozione che sorge, che invade, che riempie, e lentamente diventa sottile, quasi impercettibile e svanisce.

E infine lasciando sullo sfondo sensazioni, pensieri, emozioni che vanno e vengono semplicemente stiamo.

Stiamo in noi stessi, respiro dopo respiro, momento dopo momento, senza intenzione, senza cercare, senza volere, senza neanche noi stessi.

Quando lo desideriamo possiamo aprire gli occhi.

Ogni tanto proviamo a chiudere gli occhi per due o tre minuti, e forse potremo scoprire un qualcosa che ci sostiene, che sottende ciò che sorge e se ne va, una permanenza comunque in questo mare in continuo cambiamento e trasformazione che è la vita.

E’ proprio essere pienamente consapevoli, presenti, intimi al cambiamento incessante, al sorgere e allo svanire, alla comprensione che la fine coincide sempre con un nuovo inizio, che ci rende permanenti, che ci rende saggi di noi stessi, che ci rende eterni.

© b.p.

Author

Bianca Pescatori

Psicoterapeuta libero professionista ad orientamento psicodinamico e cognitivista.
 Ha collaborato e collabora con enti pubblici e privati per quanto riguarda la gestione dello stress attraverso i protocolli mindfulness Based e ricerche correlate, tra cui l’Università La Sapienza, dipartimento di psicologia e il policlinico dell’Università di Tor Vergata.