La Mindfulness via webinar è efficace?

Mindfulness webinar

Quando ho iniziato a proporre alcuni piccoli momenti di pratica via webinar desideravo portare questa opportunità della quale usufruivano molte persone delle grandi città ed in particolare del Nord Italia, ai tanti che scrivevano al Centro Italiano Studi Mindfulness by Mondomindfulper chiedere se nelle loro città o regione ci fossero nostri insegnanti qualificati per poter accedere ai vari percorsi. Raramente ve ne erano. Oggi non è più così, gli istruttori si sono moltiplicati ed anche purtroppo i non istruttori che però si fingono tali.

Essere insegnanti mindfulness

E’ bene sapere infatti che per poter condurre un protocollo mindfulness,  è necessario essere persone che meditino da tempo e  che abbiano, e continuino, anche partecipato a ritiri.

Che abbiano fatto cioè della pratica un proprio modus vivendi, e che quindi possano trasmetterla non solo con le parole, ma con tutto il loro essere.

In più che abbiano anche fatto una scuola di formazione per sapere come proporla, in quali contesti, quale è la filosofia, la visione dell’esistenza, le implicazione cliniche e/o formative della mindfulness nei vari contesti di vita.

la mindfulness via webinar è efficace?

Riprendendo il titolo della riflessione “la mindfulness via webinar è efficace?” che qui vi propongo ho dunque, per capirlo, iniziato con il proporre un percorso webinar per la riduzione dello stress attraverso la mindfulness a un piccolo gruppo.

Avevo già fatto diversi percorsi mindfulness individuali on line nel corso degli anni, instaurando con i diversi partecipanti una forte risonanza, fiducia e gratitudine che si ripropone ogni volta che, per qualche motivo o semplicemente per la gioia di farlo, ci risentiamo. Ma con un gruppo come sarebbe andata?

Oggi, dopo un anno e dopo aver guidato sei webinar MBSR e MB EAT, posso dire che la mia esperienza come conduttrice è stata molto positiva.

Questo naturalmente dopo un primo momento di difficoltà dovuto allo strumento usato, al senso di separazione per la presenza dello schermo, allo spaesamento per un setting per me molto insolito, al non poter vedere in contemporanea tutti i visi dei partecipanti, ma solo due alla volta.

La mente estesa

Quasi subito però, forse perché anche nei webinar, come nei percorsi dal vivo, incominciamo con una pratica ad occhi chiusi, si è instaurato il clima di vicinanza e comunicazione empatica al quale ero abituata nei gruppi dal vivo.

Un clima che potrebbe essere afferito al concetto di mente estesa, come Paolo Subioli ci spiega brillantemente nel suo libro “Ama il tuo smartphone come te stesso: Essere più felici al tempo dei social grazie alla Digital Mindfulness” Red Edizione.

<<Si sta infatti affermando l’idea che la nostra mente sia qualcosa di più vasto e complesso, di ciò che crediamo>> e più avanti <<nel rapporto col dispositivo si attua un processo mentale che è sia collaborativo – cioè cervello e dispositivo concorrono ciascuno in base alle proprie peculiarità – sia interdipendente, perché per quell’azione specifica uno non può fare a meno dell’altro>>.

La mente estesa

E cosa succede quando varie menti sono in rapporto con un dispositivo, il quale a sua volta è in rapporto con i dispositivi con i quali le varie menti sono in rapporto?

Ciò che ho sperimentato durante i webinar sembra proprio essere il percepire molte menti estese che nella pratica si incontravano e interagivano empaticamente. Una grande mente estesa. Magnifico! e commovente. Sia nel senso di emozionante che proprio nel senso etimologico di “mettere in movimento”.

Mettere in movimento qualcosa di trasformativo in ciascuno di noi.

 

 

 

Author

Bianca Pescatori

Psicoterapeuta libero professionista ad orientamento psicodinamico e cognitivista.
 Ha collaborato e collabora con enti pubblici e privati per quanto riguarda la gestione dello stress attraverso i protocolli mindfulness Based e ricerche correlate, tra cui l’Università La Sapienza, dipartimento di psicologia e il policlinico dell’Università di Tor Vergata.