Sono un guardiano di greggi

Una poesia del grande poeta e scrittore Ferdinando Pessoa

Sono un guardiano di greggi

Sono un guardiano di greggi.
Il gregge è nei miei pensieri
E i miei pensieri sono tutte sensazioni.
Penso con gli occhi e le orecchie
E con le mani e i piedi
E con il naso e la bocca.

Pensare un fiore è vederlo e annusarlo
E mangiare un frutto è saperne il senso.

Per questo quando in un giorno di calura
Mi senso triste di goderne tanto,
E mi distendo intero sull’erba,

E chiudo gli occhi caldi,
Sento tutto il mio corpo steso nella realtà,
So la verità e sono felice.

Tu dici, vivi nel presente;
Vivi solo nel presente.
Ma io non voglio il presente, voglio la realtà:
Voglio le cose che esistono, non il tempo
Che le misura.

Cos’è il presente?
È qualcosa di relativo al passato e al futuro.
È una cosa che esiste in funzione dell’esistenza
Di altre cose.

Ma io voglio la sola realtà, le cose senza presente.
Non voglio includere il tempo nel mio schema.
Non voglio pensare le cose in quanto presenti:
Le voglio pensare in quanto a cose.
Non le voglio separare da esse stesse,
Trattandole come presenti.

Non dovrei nemmeno trattarle come reali.
Non dovrei trattarle affatto.
Dovrei solo vederle, semplicemente vederle;
Vederle fino al punto di non poterle pensare,
Vederle fuori dal tempo, fuori dallo spazio,
Vederle con la facoltà di toglier tutto tranne il visibile.

Ecco la scienza del vedere, che non è scienza.

F. Pessoa  da Sono un sogno di Dio,

Qiqajon – Comunità di Bose

Author

Bianca Pescatori

Psicoterapeuta libero professionista ad orientamento psicodinamico e cognitivista.
 Ha collaborato e collabora con enti pubblici e privati per quanto riguarda la gestione dello stress attraverso i protocolli mindfulness Based e ricerche correlate, tra cui l’Università La Sapienza, dipartimento di psicologia e il policlinico dell’Università di Tor Vergata.