Mi é stato chiesto via email da una persona che incontrava alcune difficoltà nella pratica mindfulness se per caso ci fosse chi é portato e chi semplicemente non é portato per questo.
Ecco la mia risposta
“non c’è chi è portato e chi no alla mindfulness. C’è chi deve trovare il momento giusto per iniziare, chi deve lavorare su alcuni automatismi e chi su altri, ma se c’è il desiderio piano piano i benefici si fanno sentire perchè tutte le menti (e i cervelli) più o meno funzionano allo stesso modo e hanno la possibilità di autoplasmarsi secondo i propri bisogno.
Insomma la natura o chi per lei ci ha fatto bene.
Solo che dedicarsi a questo non è facile, richiede passione, impegno, disciplina, forte motivazione. Quindi questo è il primo scoglio.
Richiede anche un buon insegnante, e questo é il secondo scoglio.
Inoltre un paziente lavoro sostenuto dall’accorgersi e saper valorizzare anche piccolissimi cambiamenti, l’avere pazienza e tanto amore per se stessi sono indispensabili.
Infine un gruppo di riferimento perché fare pratica in un gruppo sostiene e soprattutto si scopre piano piano che le proprie difficoltà sono le difficoltà di tutti.”